Ciliento, Amati, Zaccaria e Annese pensano al trasporto pubblico, intanto partono i lavori per la prima strada di accesso
Il nuovo ospedale Monopoli-Fasano continua a far discutere di sé, prima che venga consegnato all’utenza.
Secondo l’analisi di Manisporche, movimento di opposizione in Consiglio Comunale, l’ospedale sarà consegnato non prima del 2026. “Per gli arredi e l’attrezzatura si provvederà con un finanziamento statale di 80,25 milioni di euro e una quota di cofinanziamento regionale di 4,5 milioni di euro.”. Altri soldi non previsti. Intanto, se la paternità in questo caso semper certa est, ovvero Fabiano Amati, per la gestione si è aperta una lotta tra la Asl di Brindisi e quella di Bari che dovranno decidere da dove prendere il personale e a quale Asl questo ospedale deve fare riferimento. Il problema, che non è da poco, è che se l’ospedale è stato fortemente voluto da Fasano, si trova al confine, nel territorio di Monopoli che così potrebbe decidere sul futuro della struttura. “Assodato che siano trasferite le 700 unità del vecchio ospedale di Monopoli – spiega Manisporche – Pd e Movimento 5 stelle brindisini hanno lanciato l’allarme perché non si depotenzi l’ospedale Perrino di Brindisi. Ma nessuna delle Asl vuole perdere personale sanitario, perché al momento è impossibile integrarlo, ma se la sorte del vecchio ospedale di Fasano è già scritta da tempo, il vecchio ospedale di Monopoli deve ancora trovare una collocazione effettiva nel quadro sanitario regionale. Una bagarre vuota: l’ospedale nuovo necessariamente richiederà un piano di riordino ospedaliero, che dia forma e contenuti alle strutture esistenti come quelle di Ostuni, Putignano e della stessa Monopoli.”. Si tratta dunque di un problema politico che prima o poi qualcuno deve affrontare.
Intanto, un altro problema è stato analizzato in Regione Puglia in questi giorni e riguarda i trasporti.

Gli assessori ai Trasporti e al Bilancio Debora Ciliento e Fabiano Amati hanno detto che “In vista dell’apertura del nuovo ospedale Monopoli-Fasano e per non farci trovare impreparati, abbiamo concordato di valutare, con i sindaci di Monopoli e Fasano, l’istituzione di un servizio di trasporto pubblico continuativo, a mezzo di navette dai due centri abitati, così da intercettare anche tutti i cittadini provenienti dagli altri 10 comuni del bacino epidemiologico, appartenenti a due diverse province.
La valutazione terrà conto, ovviamente, delle risorse finanziare disponibili o destinabili a questo programma, magari attraverso un procedimento di copertura graduale delle necessità di trasporto e comunque in grado di essere portato a regime in concomitanza con l’entrata in esercizio completo del nuovo ospedale.
Bisogna tener conto, inoltre, che il nuovo ospedale Monopoli-Fasano, come tutti gli ospedali di II e I livello, è destinato a un’utenza regionale, per cui ogni programma trasportistico non può essere limitato a valutazioni di tipo cittadino o provinciale.
Per tracciare con concretezza le prime conclusioni, la riunione odierna è stata aggiornata al 17 febbraio prossimo.”.
Niente di fatto dunque. Accordo mancato per la questione trasporti pubblici. Tutto rimandato in attesa di nuove soluzioni. Nel frattempo è cominciata la costruzione della prima nuova strada di collegamento tra il neo ospedale e il resto del mondo.
“Si prevede – sostiene Amati – di completare entro luglio l’ampliamento della strada d’accesso all’ingresso principale, così da consentire l’avvio dell’attività ospedaliera, per poi realizzare l’ampliamento dell’ulteriore strada d’accesso al Pronto soccorso e l’ampliamento della strada di collegamento tra l’una e l’altra.
I lavori di realizzazione del sistema di viabilità sono stati aggiudicati alla Doronzo infrastrutture s.r.l. di Barletta, con un ribasso del 24,50% e per un importo contrattuale di euro 7.314.778,02 (di cui euro 5.916.642,91 per lavori, euro 1.218.475,05 per costi della manodopera ed euro 179.660,06 per oneri relativi alla sicurezza), oltre IVA come per legge.
Le risorse utilizzate per la realizzazione del sistema viario, sono state finanziate con il bilancio autonomo della Regione.”.
Insomma, altro denaro pubblico richiesto per completare l’opera. Sforato anche abbondantemente il budget iniziale e i tempi previsti, anche a seguito di imprevisti non dipesi esclusivamente dal cantiere.

Questo ospedale deve essere subito operativo e super efficiente, con standard molto elevati, per poter esser all’altezza della sua “fama”. Sarà necessario trovare una sua identità e soprattutto i fondi per mantenerlo, per evitare che possa diventare una cattedrale nel deserto.
Ci sono, infine, due dati che continuano ad emergere prepotentemente, che gravitano intorno al costituendo ospedale come due pericolosi satelliti: il primo riguarda l’ultimo report del dipartimento regionale alla salute, che risale a luglio scorso, analizzato sempre da Manisporche, ovvero che mancano ancora 982 medici e circa 6mila infermieri in Puglia; il secondo dato riguarda il progetto di un nuovo ospedale per Monopoli, che risale agli anni ’80. Questo progetto, voluto dall’allora lungimirante sindaco Walter Laganà, ubicava la struttura in contrada Mozzo, a ridosso dell’accesso sulla SS16, in una zona già servita e libera, che a parità di costi, sarebbe costato molto meno alle casse regionali. A ricordarlo è proprio l’ex sindaco in varie interviste e incontri. La scelta era stata oculata e permetteva di servire meglio l’utenza. Ma purtroppo, il progetto è rimasto sepolto evidentemente in qualche vecchio cassetto alla Regione, dove non ci guarda più nessuno. Chiaramente, è mancata nel corso degli anni la forza e la volontà politica per realizzarlo e oramai sono sempre meno quelli che conoscono questa storia.
Un’altra grande occasione mancata per Monopoli.